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Clamidiosi del Gatto e come curarla

  • Pubblicato il:  07/10/2020

Foto Clamidiosi del Gatto e come curarla

La Clamidiosi è molto frequente nel gatto sia d’appartamento che randagio è dovuta ad un parassita endocellulare obbligato (che vive solo all’interno della cellula) che infetta anche volatili e uomo. La clamidia infetta le cellule epiteliali della mucosa congiuntivale, della cornea e del tratto genitale, può colpire anche l’apparato digerente nel tratto intestinale, la placenta ed il sistema reticoloendteliale (porzione specifica del sistema immunitario).
È dovuta ad un batterio Clamydia felis, che infetta anche volatili e uomo. I gatti si trasmettono attraverso il contatto con le secrezioni nasali o congiuntivali.

Trasmissione

La Clamidiosi felina si trasmette attraverso le secrezioni oculonasali dei gatti infetti principalmente per contatto diretto. Nelle colonie e negli allevamenti essa può assumere un andamento enzootico e permanere anche mesi od addirittura anni in quanto un gatto guarito può eliminare clamidie fino ad otto mesi post-guarigione. La clamidia inoltre è anche in grado di stabilire un equilibrio con l’ospite rimanendo per così dire “inattiva” fino a problemantiche diverse come fattori stressanti che generano una riattivazione della stessa e quindi la comparsa della malattia.
La patologia interessa soprattutto gatti giovani dalle 5 settimane ad i 9 mesi di età il periodo di incubazione per altro molto breve 5-10 giorni da luogo alla sintomatologia che può permanere in media tre settimane.

Sintomi

Tale sintomatologia è riconducibile alla comparsa di una congiuntivite monolaterale con abbondante essudato sieroso che in un secondo momento diviene muco-purulento per complicazione batterica, interessando alla fine tutte e due gli occhi nell’arco di circa una settimana.
La mucosa della congiuntiva viene interessata da una forte iperemia , blefarospasmo (o spasmo della palpebra) e forte chemosi.
Si possono osservare inoltre anche segni di rinite con scolo di materiale sieroso dalle narici, sternuti e tosse, a volte è anche presente ipertermia.

La terapia

La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici specifici in formulazione di colliri o pomate oftalmiche per almento 2 settimane fino a 14 giorni dopo la remissione sintomatologica, oppure si possono associare anche antibiotico terapie per via sistemica soprattutto se viene colpito e quindi se si è in presenza di una sintomatologia di tipo genitale.
Negli ultimi anni al fine di prevenire tale patologia è stato formulato un vaccino che in associazione con le tre comuni malettie feline parvovirosi, calicivirosi, erphes virosi permette di controllare le infezioni e di ridurne la sintomatologia.

Prevenzione

La prevenzione della malattia è attuata tramite la vaccinazione. Il vaccino non è sempre in grado di prevenire l’infezione ma riduce la gravità dei sintomi.
La vaccinazione è considerata più importante negli ambienti familiari con numerosi gatti dove è presente questa malattia. Per questo motivo è importante discutere delle proprie esigenze con il veterinario.
Il veterinario è in grado di indicare il programma vaccinale più indicato.

Attenzione !! Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

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