Giovedi' 25 Aprile 2024

Babesiosi Canina o Piroplasmosi del Cane e come curarla

  • Pubblicato il:  07/10/2020

La babesiosi o piroplasmosi è una malattia trasmessa dalle zecche.
L'agente patogeno è rappresentato da un protozoo (Babesia canis), parassita intracellulare dei globuli rossi degli animali domestici in grado di determinare anemia ed emoglubinuria. Questo protozoo è diffuso in tutto il mondo con importanza rilevante in Italia, Francia, Germania, Olanda, e Ungheria.


Gli insetti vettori della babesia canis sono le zecche della famiglia Ixodidae: il Rhipicephalus sanguineus nelle zone a clima caldo e Dermatocentor reticulatus nelle zone più fredde.

Diagnosi

La diagnosi di Parvovirosi Di solito si emette sulla base della sintomatologia clinica. Esistono degli esami del sangue, dei test Elisa per la precisione, che si possono fare sul materiale fecale, solo che possono dare falsi positivi, se il cucciolo è stato vaccinato o dei falsi negativi se sono passati più di 5-7 giorni dallo sviluppo dei sintomi. Ci sono poi altri test, più costosi, come la PCR, solo che qui vale la pena fare una breve digressione: il cucciolo con grave vomito, diarrea e prostrazione si tratta sempre nello stesso modo, i farmaci sono sempre quelli.

Sintomi

La Babesia Canis causa una anemia emolitica con distruzione dei globuli rossi di intensità variabile.
La sintomatologia clinica varia a seconda del grado di infezione, dell'età del cane, dal suo stato immunitario e dalla contemporanea presenza di altri agenti patogeni complicanti.
Una volta entrata nel circolo ematico di un cane la Babesia si insinua in un globulo rosso dove inizia a moltiplicarsi per scissione binaria (da una babesia se ne formano 2, poi 4, poi 8, poi 16....). La membrana del globulo rosso si rompe immettendo in circolo tutte le babesie contenute, ognuna delle quali entra in un altro globulo rosso e così via in maniera esponenziale dando quindi vita ad una malattia a rapida evoluzione.
L'infezione dell'ospite vertebrato (cioè il cane) è seguita da una fase silente di incubazione di 7-14 giorni.
Una volta che i globuli rossi sono stati sequestrati dalla milza, la patologia può evolvere differentemente a seconda che si tratti di soggetti suscettibili o resistenti. In questi ultimi il protozoo viene distrutto o tenuto sotto controllo da una risposta cellulo-mediata mentre nei soggetti suscettibili il microrganismo infetta altri eritrociti dando luogo alla fase sintomatica della patologia caratterizzata dalla formazione di anticorpi contro gli antigeni protozoari fissati sulla superficie dei globuli rossi.
La piroplasmosi dà anemia da lisi eritrocitaria cioè anemia emolitica ed eritrofagocitosi extravascolare ed immunomediata (anche per le emazie non parassitate) perché la rottura delle membrane dei globuli rossi immette nel sangue degli antigeni che si fissano sulla membrana esterna di altri eritrociti che sono poi riconosciuti come non self (non propri) e quindi distrutti.
- forma iperacuta: anemia emolitica fulminante con morte dell'animale in poche ore per choc ipovolemico.
E' il caso della malattia nelle zone endemiche e nel caso di cani con deboli difese immunitarie
- forma acuta: è la forma più frequente.
Si ha febbre, spesso molto alta, anoressia, l'animale sembra triste, può manifestare vomito e diarrea e soprattutto le urine possono presentarsi in un primo momento molto cariche, poi arancioni fino a diventare color marsala o coca-cola.
Le mucose delle labbra e degli occhi sono pallide e per tendere poi al giallo (ittero) e la morte sopraggiunge in pochi giorni se non viene fatta una terapia mirata al più presto
- forma cronica: il cane ha sintomi sfumati con una strana febbre intermittente, è svogliato, non rende atleticamente, mangia poco.
E' una forma più difficile da diagnosticare.

Come si cura

Data la gravità e la contagiosità del virus, il cane infetto dovrebbe essere ricoverato e isolato dagli altri animali. Il trattamento è finalizzato al controllo del vomito e della diarrea e alla somministrazione di fluidi per via endovenosa (fleboclisi) per reidratare il cane. Nei casi più gravi si somministrano anche antibiotici contro le infezioni batteriche secondarie. Il cane deve essere tenuto pulito e al caldo.
In genere il decorso della malattia è di 5-7 giorni, ma la guarigione non è sempre sicura. Iniziare precocemente il trattamento aumenta le probabilità di successo, tuttavia il trattamento deve essere tentato anche su un animale che presenta i sintomi da più giorni.
Fortunatamente, per questa grave malattia esiste la vaccinazione, che deve essere effettuata già nel cucciolo intorno a 6-8 settimane d'età e poi ripetuta (richiami) regolarmente per tutta la vita. Il virus della gastroenterite canina non causa malattia nel gatto e nelle persone.

Prevenzione

E ora parliamo di vaccino, è facile proteggere il cucciolo dalla parvovirosi: si vaccina ed è fatta. Esistono vaccini per cuccioli di età inferiore alle 8 settimane che contengono solo la parvovirosi, ma di solito si preferisce aspettare i due mesi di vita e fare una vaccinazione completa. La parvovirosi è normalmente contenuta nei classici vaccini quadrivalenti o eptavalenti, quindi segue lo stesso piano vaccinale del cimurro. Si fa un primo vaccino a due mesi di vita, un richiamo a tre mesi e poi richiami annuali.

Attenzione !! Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

Non ci sono ancora Commenti

Lascia Tu il primo Commento

Ultimi Articoli