Sabato 20 Aprile 2024

Filariosi o Filaria nel Gatto e come curarla

  • Pubblicato il:  07/10/2020

Foto Filariosi o Filaria nel Gatto e come curarla

Le Cause

La malattia è causata da nematodi appartenenti alla Superfamiglia Filariodea ,dei parassiti che possono essere lunghi fino a 30 cm, Trasmessi da diverse specie di zanzare (Culex,Aedes, Anophele e tigre), quindi il periodo di maggior rischio va dalla primavera all'autunno, ossia il periodo di riproduzione delle zanzare.
In Italia la filaria è soprattutto diffusa nelle regioni del Nord Italia.
Generalmente, la filariosi cardiopolmonare colpisce i gatti con una prevalenza del 20% in meno rispetto ai cani.

Tipi di Filaria

A seconda del parassita veicolato, la filariosi può presentare una forma cardiopolmonare (causato da Dirofilaria immitis) oppure cutanea (causato da Dirofilaria repens). La forma più grave è la filariosi cardiopolmonare.

Sintomi

I sintomi compaiono anche molto tempo dopo l’infestazione, quando l’organismo reagisce contro i parassiti e il cuore, sottoposto allo sforzo cronico necessario a spingere il sangue verso le arterie polmonari ostruite dalle Filarie, inizia a manifestare sintomi di insufficienza più o meno gravi. Il gatto appare stanco, tossisce, è affannato anche dopo modesti sforzi e, con il passare del tempo, diviene sempre più inappetente e depresso. Si parla, in questo caso, di “sindrome da minor rendimento”.
In seguito il danno cardiocircolatorio si aggrava e la malattia si ripercuote negativamente su tutto l’organismo provocando difficoltà respiratorie, accumulo di liquido a livello addominale ed anche problemi neurologici. Se la Filariosi cardiopolmonare non viene riconosciuta e curata, può portare alla morte.
Sintomi apparato circolatorio
Si può verificare una endoarterite proliferativa (infiammazione della tunica interna di un’arteria con fenomeni proliferativi) a carico dell’arteria polmonare (sede preferenziale delle macrofilarie). Ne consegue uno stato di ipertensione polmonare che porta ad una progressiva insufficienza cardiaca di destra con i seguenti segni clinici: abbattimento, ascite(versamento di liquido in cavità peritoneale) e lipotimia(svenimento).
Apparato respiratorio
Per le secrezioni di cataboliti da parte dei parassiti si verificano stati infiammatori a carico del polmone il cui segno clinico più caratteristico è la tosse.
Inoltre la presenza di Macrofilarie nelle camere cardiache destre può provocare la così detta “sindrome della vena cava” caratterizzata da emolisi intravasale spontanea che ostacola il ritorno venoso al cuore di destra.
Ancora le Microfilarie circolanti possono precipitare come immunocomplessi e dare danni renali.

Come curarla

Nel gatto, la terapia della Filariosi Cardiopolmonare è complessa e prevede l’adozione di misure farmacologiche che devono essere dosate attentamente dal Medico Veterinario in base allo stadio della malattia e allo stato di salute generale dell’animale. Se la permanenza delle Filarie nel cuore dell’animale è stata lunga, il gatto può restare cardiopatico anche dopo la terapia poiché il danno cardiaco non sempre è reversibile.
La situazione è ancora più grave nel caso dei gatti perché, ancora oggi, non è disponibile una terapia. Risulta quindi evidente come la migliore soluzione per contrastare questa grave patologia sia la prevenzione.
In primis si inizia una terapia contro gli esemplari adulti di Filarie con farmaci quali arsenicali, melarsomina e tiacetersamide. La melarsomina è preferibile perchè è il farmaco con minor tossicità. Tuttavia bisogna prestare molta attenzione perché la morte delle Macrofilarie può provocare tromboembolismo quindi si deve adottare una buona terapia collaterale.
Completata la terapia contro gli adulti si deve intraprendere una terapia contro le Microfilarie circolanti. I farmaci più usati sono: avermectine e milbemicina ossima. Nel caso di sindrome della vena cava è consigliabile la rimozione chirurgica delle macrofilarie dall’atrio destro del cuore.

La prevenzione

Utilizzare prodotti antiparassitari topici e di altro tipo prescritti dal veterinario. Nelle zone endemiche, tenere gli animali in casa di notte.
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Attenzione !! Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

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