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Peritonite infettiva (FIP) nel gatto: sintomi e trattamento

  • Pubblicato il:  07/10/2020

La peritonite infettiva felina (FIP) è una malattia immuno-mediata dei gatti che di solito è fatale, ed è causata dal coronavirus felino (FCoV: virus a RNA). Circa il 90% dei gatti che vivono in allevamento o rifugi, e il 50% dei gatti di casa entrano in contatto con il coronavirus, ma solo il 5% di questi animali infettati sviluppano i sintomi della malattia.



Il coronavirus FCoV responsabile della FIP appartiene allo stesso ceppo di molti altri coronavirus che vivono nell'intestino di molti gatti senza causare sintomi.

Coronavirus felino della FIP

Il coronavirus felino è un virus che si trova nelle feci dei gatti infetti. Al microscopio elettronico, appare a forma di una corona (coronavirus) che gli permette di legarsi alle cellule intestinali (enterociti): la replicazione del virus è limitata a quelle cellule.

Un tempo si credeva che ci fosse un coronavirus enterico felino che viveva nell'intestino e non era pericoloso, ma è stato confermato che il virus della FIP, di gran lunga più problematico e grave, è lo stesso virus dal punto di vista genetico, con l'eccezione di una singola mutazione.

In molti Stati, la FIP è più comune del virus della leucemia felina FeLV, e questa diffusione è soprattutto legata al sovraffollamento e allo stress che favoriscono l'esposizione al virus.

Come si trasmette la peritonite infettiva felina?

Il virus è endemico soprattutto dove ci sono molti gatti in spazi chiusi e ristretti, ed in genere è raro nei gatti che vivono in casa da soli. Il rischio è più elevato nei gatti giovani e immuno-compromessi, e più della metà dei gatti che hanno sviluppato la peritonite infettiva felina hanno meno di un anno.

Il virus è molto fragile, si inattiva, a temperatura ambiente, in 24-48 ore e viene ucciso dalla maggior parte dei disinfettanti e detergenti. Tuttavia, in condizioni particolari (ambiente secco) può sopravvivere fino a 7 settimane.


Le feci rappresentano il principale mezzo di trasmissione: lettiere comuni sono quindi la causa principale. Potrebbe anche esserci il rischio di reinfezione continua di un gatto già infetto alla sua cucciolata.

La trasmissione attraverso la saliva o gli starnuti è rara, e anche la trasmissione attraverso pulci o pidocchi è alquanto improbabile.

La trasmissione del gattino attraverso la placenta è possibile, ma insolita: i gattini sono in genere infettati tra le 6 e le 8 settimane, quando gli anticorpi materni iniziano a diminuire.

Il virus, quindi, è presente principalmente nelle feci del gatto. All'inizio dell'infezione si trova anche nella saliva (si replica nelle tonsille), nelle secrezioni respiratorie e nelle urine. E 'probabile che i gatti infetti per la prima volta dal virus possano diffondere il virus per settimane o mesi.

Sebbene il coronavirus sia la causa della PIF, non è detto che il gatto svilupperà la malattia. In confronto con il numero di gatti infettati dal virus, i gatti che soffrono di PIF sono molto pochi, e solo se il virus muta quando il gatto contrae il virus.

Perché il virus muta?

Sebbene la causa della mutazione virale non sia ancora stata identificata, molti studiosi pensano che ci sono diversi fattori che sembrano influenzare la mutazione del virus.

La maggior parte dei casi di PIF si verifica nei gatti giovani. Una risposta immunitaria inadeguata associata ad altri fattori di stress come il trasferimento, la chirurgia di sterilizzazione, la vaccinazione o la presenza di malattie concomitanti sembrano rendere questi animali più vulnerabili.

Tuttavia, la PIF può influenzare i gatti di tutte le età, e fattori di rischio o fattori predisponenti non sono sempre evidenti. In alcuni casi, sembra esserci una predisposizione genetica, dal momento che i gatti di razza sembrano avere un rischio più elevato di contrarre la malattia, in particolare alcune razze.

Sintomi della FIP nei gatti

Dopo l'infezione attraverso le feci contaminate (o più raramente attraverso la saliva), inizia la replicazione del virus nelle cellule dell'epitelio intestinale causando soprattutto diarrea, anche se il più delle volte, il gatto espelle il virus senza mostrare sintomi.

La FIP è una malattia complessa che attacca il sistema immunitario, e coinvolge gli antigeni virali e gli anticorpi. In genere, nelle prime due settimane il coronavirus, trasportato dai macrofagi, si diffonde nell'intestino cieco, colon, milza, fegato, cervello e midollo spinale.

A seguito di una reazione immunitaria potrebbero formarsi lesioni granulomatose, soprattutto nel peritoneo, nel rene e e nell'occhio.

I macrofagi muoiono e rilasciano sostanze che causano il rilascio di amine vasoattive, con conseguente aumento della permeabilità vascolare ed essudazione di proteine ​​plasmatiche causando una vasculite immunomediata.

Il tempo che intercorre tra la l'infezione e l'insorgenza dei segni clinici varia da alcune settimane a due anni, a seconda dello stato immunitario del gatto, anche se il rischio di sviluppare la FIP avviene entro 6-18 mesi.

Ci sono tre forme di FIP:
  • la forma umida, essudativa, con peritonite fibrosa, pleurite e pericardite
  • la forma non essudativa e granulomatosa
  • la forma congiunta

  • SEGNI ESSUDATIVI
    Tra questi sintomi ci sono l'ascite (liquido nell'addome) nel 62% dei casi, versamento pleurico nel 17% dei casi.

    Per quanto riguarda il versamento pericardico nei gatti (liquido vicino al cuore, all'interno del pericardio), il 24% dei casi sono dovuti a insufficienza cardiaca, e il 14% alla FIP.

  • SEGNI NON ESSUDATIVI
    Se non c'è versamento, i sintomi sono aspecifici: febbre, letargia e anoressia. E' possibile anche notare ittero, organi irregolari (soprattutto reni), difficoltà di respirazione, l'infiammazione con necrosi dei testicoli.

  • SINTOMI OCULARI
    Le anomalie oculari come le lesioni granulomatose della retina, sanguinamento o distacco della retina ed uveite sono frequenti, ma non sono patognomoniche: toxoplasmosi, FeLV, FIV, può causare lesioni simili.

  • SINTOMI NEUROLOGICI
    Il 13% dei gatti affetti da FIP mostrano segni neurologici, e più della metà dei gatti con segni neurologici di origine infiammatoria possono avere la peritonite infettiva felina. Le lesioni sono di solito multifocale, ed in particolare si osservano atassia, nistagmo (movimenti anomali degli occhi) e convulsioni.

Diagnosi di FIP nel gatto

I segni clinici non sono sempre specifici e anche i dati delle analisi al sangue sono spesso poco chiari.


I globuli bianchi possono aumentare o diminuire, l'anemia viene riscontra nel 65% dei casi e può essere rigenerativa (emolisi immuno-mediata) o non rigenerativa (a causa di una infiammazione cronica).

Dei gatti affetti da FIP, circa il 50% mostrano segni di versamento e il 70% dei gatti senza versamento possono avere un aumento dei livelli di proteine, che possono raggiungere anche 120 g/l.

La quantità di anticorpi anti FCoV e le gammaglobuline aumentano simultaneamente.

Le proteine ​​del sangue sono composte da albumina e globuline. Nella FIP, l'albumina è spesso alterata dalle globuline: il valore predittivo positivo del rapporto Albumina/Globuline inferiore 0.8 si riscontra nel 92% dei casi mentre il valore predittivo negativo di un rapporto Alb/glob maggiore di 0.8 è nel 61% dei casi.

Trattamento della peritonite infettiva felina


  • Il trattamento de gatti sani sieropositivi per FCoV
    Non ci sono prove che il trattamento di un gatto sano sieropositivo possa impedire in futuro lo sviluppo della FIP. I corticosteroidi possono ritardare l'insorgenza dei sintomi, ma possono aumentare il rischio di mutazione del virus.

    L'effetto dell'interferone non è stato documentato. In caso di diarrea causata da FCoV, non esiste alcun trattamento specifico: viene trattata come qualsiasi diarrea.

  • Trattamento dei gatti con sintomi di FIP
    Un gatto con FIP clinica ha poche possibilità che possa vivere a lungo. Se i segni clinici sono lievi, il gatto può sopravvivere un paio di mesi con una qualità di vita accettabile, ma il proprietario deve essere preparato all'idea che il suo gatto molto probabilmente morirà.

    La FIP è una malattia immuno-mediata: immunosoppressori (alte dosi di prednisone o ciclofosfamide per quattro giorni consecutivi a settimana) possono rallentare la progressione, ma non curarla.

    L'aspirazione del liquido addominale o pleurico e iniezioni di desametasone, possono far regredire il versamento, producendo,in alcuni gatti, un netto miglioramento.

    La ribavirina antivirale non è efficace mentre l'interferone alfa umano in dosi elevate, per via parenterale, non diminuisce la percentuale di mortalità.

    Alcuni gatti affetti da FIP sono stati trattati con interferone omega felino: un'iniezione ogni 48 ore fino a miglioramento, quindi una volta a settimana, in combinazione con corticosteroidi. La maggior parte dei gatti sono morti, ma alcuni sono riusciti a sopravvivere due anni dopo l'inizio di questo trattamento. L'unico inconveniente è il costo elevato.
Esiste anche un vaccino a base di virus vivi (Primucell FIP) contro la peritonite infettiva felina. Questo vaccino è però oggetto di grande controversia e di solito non viene raccomandato, soprattutto perché il tasso di immunizzazione è molto variabile.

La FIP può essere trasmessa agli esseri umani?

Anche se il coronavirus in questione è molto simile alla SARS umana, nulla suggerisce che il FCoV possa essere trasmesso all'uomo.

E' possibile prevenire la FIP nei gatti?

E' possibile cercare di evitare l'infezione attraverso una buona igiene, in modo da evitare la contaminazione fecale nell'ambiente in cui vive il gatto o di trasmetterla ad altri gatti in casa.

La peritonite infettiva può essere eliminata se vengono prese le misure adeguate. L'eradicazione è possibile anche perchè gli animali infetti non "diffondono" il virus per periodi di tempo anche lunghi, quindi un isolamento di questi animali riesce a prevenire nuove infezioni.

I gattini hanno un'immunità che proviene dal latte materno durante le prime 6 settimane di vita.

Attenzione !! Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

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